Il paradigma delle virtù e la formazione del soggetto morale
Salesianum vol. 83 (2021) n. 4, 686-705
Sezione: Studia
Sommario
L’adozione del paradigma delle virtù nell’etica è, nella concezione di Giuseppe Abbà, strettamente connesso con l’urgenza odierna di rigenerazione del soggetto morale, che la modernità anti-cristiana ha decomposto. La dottrina tomista delle virtù della Secunda Pars è stata per Abbà il fattore epistemico per l’elaborazione di un’etica filosofica capace di educare alla vita buona. Non si tratta della semplice aggiunta di un elemento, ma dell’introduzione di un punto di vista innovativo per la morale, che recupera l’esperienza originaria del nesso tra soggetto e azione e la singolarità della razionalità pratica, nella quale i “fini delle virtù” diventano principi di regolazione dell’agire. La “principialità dell’amore”, cui il Maestro salesiano accenna nell’ultima sua opera, si mostra così non un semplice presupposto logico o metafisico, ma una chiave ermeneutica decisiva per lo studio dell’agire umano.
Abstract
The adoption of the paradigm of virtues in ethics is, in the conception of Giuseppe Abbà, closely connected with today’s urgency for the regeneration of the moral subject, which the anti-Christian modernity has decomposed. The Thomist doctrine of the virtues of Secunda Pars was for Abbà the epistemic factor for the development of a philosophical ethics capable of educating to the good life. It is not a question of the simple addition of an element, but of the introduction of an innovative point of view for morality, which recovers the original experience of the connection between subject and action, and the singularity of practical rationality, in which the “ends of virtues” become principles of regulation of action. The “principality of love”, which the Salesian Master mentions in his last work, thus appears not as a simple logical or metaphysical presupposition, but a decisive hermeneutic key for the study of human action