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Constance Puy-Key Cheung - Università Pontificia Salesiana (Roma)
Salesianum vol. 83 (2021) n. 2, 273-286
Sezione: Studia

Autori

Constance Puy-Key Cheung - Università Pontificia Salesiana (Roma)

Sommario

In quest’articolo l’autore propone al lettore un approccio linguistico per la comprensione della nozione di “unità” presente nel trattato De ecclesiae catholicae unitate di Cipriano di Cartagine. Attraverso un’indagine etimologica, l’autore sottolinea l’evoluzione del significato delle parole lux e lumen nel lessico classico e in quello antico-cristiano. Grazie a un’indagine accurata, con questa ricerca, viene proposta l’idea che possa esserci una sottile differenza tra i due vocaboli solo apparentemente sinonimi. L’ipotesi getta nuova luce sulla comprensione della profondità della nozione di unità che il Vescovo di Cartagine intendeva: a prescindere dal numero e dalla diversità dei raggi di luce (lumina rappresentati dai vescovi locali), la sorgente della luce è sempre una e identica, è la Luce stessa (Lux, ossia Dio).

Abstract

The present article attempts to offer its reader a linguistic approach in understanding what Cyprian of Carthage meant by “unity” in the treatise De ecclesiae catholicae unitate. Through an etymological inquiry, the author outlines the usage evolution of lux and lumen in classical and early Christian philology. With a careful investigation, the current research suggests that there could be a subtle difference between the seemingly equivalent synonyms; this hypothesis sheds new light in grasping the profundity of the unity which the Carthaginian Bishop suggested – no matter how many and how diverse amongst every drop of light (representing the local bishops), the source of all light is always one, which is Light itself (referring to God)