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Jayaseelan Savariarpitchai - Università Pontificia Salesiana (Roma)
Salesianum vol. 84 (2022) n. 1, 47-62
Sezione: Studia

Autori

Jayaseelan Savariarpitchai - Università Pontificia Salesiana (Roma)

Sommario

La modernità ha avviato una svolta dall’essere di Dio alla conoscenza di Dio, che è culminata nell’assenza di Dio. William Desmond ricostruisce una via metaxologica verso Dio che si sofferma sulla doppia consapevolezza del metaxu: tra e oltre, evidenziando la plenitudine e la superplenitudine. Nel movimento verso la superplenitudine, questo articolo distingue tra il senso dell’essere univoco, equivoco, dialettico e metaxologico, dove l’univocità fissa Dio ad altezze irraggiungibili, l’equivocità scioglie Dio con inquieta perplessità, il dialettico subordina ogni alterità all’automediazione, incluso Dio e il metaxologico indaga la natura dello stare insieme, che propaga una comunità di pensiero, che sblocca l’inquieto surplus nell’immanente come indicazione della plenitudine che indirizza la superplenitudine.

Abstract

Modernity initiated a turn from the being of God to the knowing of God, which has culminated in Godlessness. William Desmond reconstructs a metaxological way to God that dwells on the double mindfulness of the metaxu: between and beyond, highlighting plenitude and the superplenitude. In the movement towards superplenitude, this article distinguishes between the univocal, the equivocal, the dialectical, and the metaxological sense of being, where univocity fixes God in unreachable heights, equivocity unfixes God with restless perplexity, the dialectical subordinates all otherness to self-mediation, including God and the metaxological divines the nature of togetherness, which propagates a community of thinking, which unclogs the restless surplus in the immanent as indication to plenitude that indirects superplenitude.